Denise Civitella ci fa conoscere Lara Laterza, ex giocatrice di Venezia84, Tavagnacco e della Nazionale.
Per capire “al volo” qualcosa, e più che qualcosa, di Lara Laterza, sarebbe sufficiente guardarla negli occhi. Il suo sguardo racconta di una personalità piuttosto volitiva.
Quella che Lara mostra fin da piccola, quando a sette anni si diverte, come molte sue coetanee, a praticare il nuoto. Il fatto è che nel corso della vita capita sempre qualcosa che colpisce l’immaginario dei bambini, e nel suo caso si tratta di un filmato in videocassetta.
Il filmato parla di un calciatore, ma non uno qualunque: la famiglia è di fede interista, e si tratta di Ronaldo Luìs Nazàrio de Lima, meglio conosciuto come “Ronaldo il Fenomeno”. La visione di questo video cambia letteralmente la vita alla bimba, che senza giri di parole dice ai suoi genitori che desidera giocare a calcio.
Una bimba fra i maschietti
Lara Laterza ha sette anni, ed inizia un percorso che la porterà fino alla convocazione in Nazionale da parte del mister Antonio Cabrini, passando per squadre come il Venezia 84, con cui conquisterà la promozione in serie A, Tavagnacco, Pordenone ed AGSM Verona.
Ma gli inizi non sono così semplici e non è certo la tecnica a mettere alla prova la giovanissima calciatrice, nella Miranese, dove tira i suoi primi calci: non dobbiamo dimenticare il fatto che siamo a metà degli anni novanta, il dibattito che porterà sotto i riflettori il diritto delle donne non solo a giocare a calcio, ma a farlo nelle stesse condizioni degli uomini è ancora molto lontano.
In una squadra di tutti maschietti, lei è una “diversa”, per usare il suo stesso termine. Possiamo immaginare come all’inizio ci sia stato un senso di spaesamento nella piccola, che veniva guardata come “l’anomalia” in un contesto non preparato culturalmente ad accoglierla da subito. E viene da pensare a quante bambine si siano sentite allo stesso modo nel corso degli anni e quante ancora oggi possano vivere le stesse sensazioni, nonostante da allora sia trascorso oltre un quarto di secolo.
Un mister importante per Lara Laterza
Ma i bambini sanno cambiare opinione più velocemente degli adulti. E la piccola Lara viene presto accettata dal gruppo, finendo poi per trovarsi fra veri e propri amici, con cui gioca per sei anni. Trova un mister allora cinquantacinquenne, Vittorio Carraro, che è “molto bastone e poca carota”. Carraro le cambia il ruolo in difensora e le insegna moltissimo, persino a “parlare in campo” cioè a dare le indicazioni alle compagne, dirigendo il gioco dall’interno. Carraro capisce anche che la ragazza ha i numeri per arrivare fino in Nazionale, rivelandosi, in questo senso, “profetico”.
Ma uno degli anni chiave della carriera di Lara Laterza è il 2007, quando inizia a giocare nel Venezia 84, squadra che le darà non poche soddisfazioni, ma anche qualche grattacapo, dato che a diciassette anni si rompe il legamento crociato.
Gioie e dolori
Il colpo è forte, perchè è già il terzo infortunio serio della vita calcistica di Lara, ma lei è una donna tenace e la sua tenacia prevale su tutto: del resto viene premiata, perchè nella stagione successiva dà il suo contributo alla promozione del Venezia in serie A.
E man mano che la sua caratura cresce, arrivano ulteriori soddisfazioni: la chiamata in Nazionale da parte di Antonio Cabrini, nel 2013 e l’interesse da parte del Tavagnacco, formazione allora fortissima, dova Lara Laterza si trasferisce un anno prima.
Confrontarsi con le campionesse
Tavagnacco è un altro banco di prova impegnativo: “…i primi allenamenti, io vedevo la palla girare, ma non la prendevo mai…”. La frase, carica di simpatica autoironia, rende bene la sensazione di sentirsi inadeguata rispetto ad un gruppo che è più avanti di te e di fronte al quale hai solo la scelta di crescere a tua volta. Gioca infatti con atlete del calibro di Paola Brumana, Elisa Camporese, Chiara Marchitelli, Daniela Turra, Nenè Bissoli, Tatiana Bonetti, Michela Rodella, Alice Parisi, Ilaria Mauro.
Lara però non è certo tipo da scoraggiarsi: basti dire che è un’atleta che a fine partita rivede mentalmente l’incontro e sa dove ha sbagliato, dato che è sempre molto critica verso se stessa ed ha l’obiettivo costante di migliorarsi; “…i limiti sono solo nella testa e la testa deve crescere…”. Ed alle giovani atlete ricorda il valore del sacrificio e dice: “..non demoralizzatevi mai…” e consiglia di fare fatica, di non tirarsi mai indietro.
Calciatrici: tanta passione ma strutture inadeguate
Non manca poi, su “assist” di Denise, una piccola digressione sull’imminente professionismo delle calciatrici. Ed anche in questo caso le frasi di Lara Laterza sono eqilibrate ma “pesanti”. Racconta di come, ai tempi della Nazionale, una sua compagna che giocava in Germania avesse a disposizione addirittura strutture al coperto in caso di maltempo, mentre per Lara e compagne “…se il custode ci lasciava la luce accesa e il campetto era già un evento importante…”.
E di nuovo si ripropone il tema poco piacevole della scarsità di opportunità e di impianti per le donne che vogliono giocare a calcio in Italia: chi ottiene risultati importanti, infatti, lo fa soprattutto grazie a sacrifici e tanta passione.
A proposito di passione: ne ha avuta e tutt’ora ne ha tanta, Lara Laterza e stride un po’ il fatto che si sia ritirata a soli ventisei anni, dopo aver calcato campi importanti. Ma ancora una volta, una frase da sola chiarisce tutta la difficoltà vissuta finora dal movimento calcistico femminile italiano: “…erano diciannove anni che giocavo e studiavo……mi si è spenta un po’ la luce…”.
Marco Tamanti Pallone Al Femminile