Nella quarta puntata di “Quelle che…il calcio femminile…” Alessandra “Alex” Spagnolo intervista Tiziana Pikler, direttrice di LFootball.
Non servono molte parole per descrivere la testata giornalistica di scena a Ragazze Nel Pallone nella serata del 26 aprile scorso. Che si faccia parte degli “addetti ai lavori” o che si sia semplici appassionati del calcio delle donne, LFootball è un punto di riferimento certo.
LFootball: una questione di stile
Una frase di una canzone di Nicolò Fabi dice: “…non è “cosa” ma è “come”, è una questione di stile…”. E chi abbia avuto modo di leggere gli articoli di LFootball, non può che riconoscere che lo stile c’è e caratterizza in profondità ciò che viene affermato, discusso, elaborato. LFootball ha un modo tutto suo di fare informazione.
LFootball è un magazine che non si accontenta riportare i fatti, ma li approfondisce e cerca di comprendere ciò che sta dietro agli avvenimenti che caratterizzano il movimento femminile, per poter dare al lettore una visione più profonda delle protagoniste e delle situazioni che si vengono a creare non solo dentro, ma fuori dal campo.
Tiziana Pikler ne è la direttrice ed in qualche modo il volto, il tramite fra la redazione ed quel mondo calcistico femminile così tanto in trasformazione negli ultimi anni. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, però, incontra il calcio delle donne piuttosto tardi, nel 2015.
Una bambina appassionata di sport
Tiziana Pikler è una giornalista sportiva, affascinata in gioventù soprattutto dal tennis e dal nuoto e con alle spalle un’infanzia vissuta a fianco di un padre che la “trascina” ad ogni genere di evento sportivo, facendola inevitabilmente appassionare. Bè, c’è proprio da dirlo: quanti di noi avrebbero voluto un papà così ? Tiziana peraltro vive felicemente questa condizione, da bimba curiosa e molto competitiva qual è.
Ma torniamo ai giorni nostri. Pikler si occupa di calcio femminile già da qualche anno quando, nel 2019, l’ideatore ed editore di LFootball, Giuseppe Berardi, la chiama a dirigere la testata. L’idea di Berardi, all’inizio criticata dai più, è ormai divenuta un progetto editoriale profondo, una realtà che la nuova direttrice trova già “ben rodata”.
Di certo il suo incarico non cade in uno dei periodi più tranquilli, per il mondo dello sport: a febbraio 2020, come tutti tristemente sappiamo, esplode la pandemia da Covid19, che sconvolge il mondo dello sport come ogni altro ambito delle nostre esistenze: stadi chiusi, impossibilità di incontrare fisicamente calciatrici e tecnici.
La passione per il calcio
Ma tutto passa, la passione invece rimane. Quella passione che Tiziana ha sempre avuto per lo sport in genere e che finisce inevitabilmente per travasarsi anche nel calcio delle donne, nell’ambito del quale partecipa attivamente al dibattito su tematiche importanti per il movimento femminile, come quella sulla necessità del professionismo.
A volte anche le interviste di Ragazze Nel Pallone hanno le loro “piccole coincidenze”: l’appuntamento di RNP cade proprio nel giorno in cui il Consiglio Federale della FIGC ha ufficializzato il passaggio al professionismo per le calciatrici italiane, a partire dal prossimo primo luglio.
Impossibile quindi per Alex non cogliere l’occasione per toccare l’argomento. La direttrice di LFootball infatti, proprio perchè conosce il calcio delle donne e lo vive quotidianamente, ha la consapevolezza di quanto sia delicato il momento per il presente e soprattutto per il futuro del movimento femminile.
LFootball e il femminile che avanza
Troppe occasioni perse nel passato a scapito delle donne e troppi errori di gestione nel più ricco e prestigioso movimento maschile che non vanno assolutamente replicati nel femminile. Non a caso Alex e Tiziana accennano alla mancata qualificazione, la seconda di fila, ai mondiali di calcio per la Nazionale maschile, a fronte dei risultati positivi di quella femminile. Un brutto momento del nostro movimento maschile, ma anche un simbolo dei tempi che cambiano…o che forse, sono già cambiati da un po’…
Perchè se solo fino a pochi anni fa il confronto fra donne e uomini era improponibile, almeno nella coscienza collettiva degli sportivi, ora le cose cominciano ad essere diverse; ora sempre più appassionati conoscono il calcio delle donne, grazie anche al lavoro costante fatto negli anni da riviste come LFootball. E da ora in avanti, visto che anche le donne saranno delle professioniste del calcio, i confronti fra le “due metà del cielo” si riproporranno, sempre più evidenti e difficili da eludere.
E la sensazione è che saranno confronti che, più che sulle azioni spettacolari ed i virtuosismi, si giocheranno soprattutto su un diverso modo di porsi da parte delle atlete, in campo ma soprattutto al di fuori. Con le calciatrici come incarnazione di un calcio che ancora non ha perso valori come l’identificazione con la maglia, o il legame con una piazza, a scapito di “qualche dollaro in più”.
Un presente da migliorare
Solo il tempo potrà dire se e quanto il professionismo cambierà, nel prossimo futuro, la natura e la portata del movimento femminile italiano. Quel che è certo invece, è che la direttrice cita dati del presente che suonano ben poco lusinghieri: il movimento italiano registra un numero di calciatrici tesserate di trentamila unità, avendo come obiettivo l’ambizioso traguardo di portarle a quarantacinquemila. Paesi europei come Svezia e Germania, per fare un esempio, si attestano invece attorno a duecentomila unità.
Del resto chi abbia seguito Tiziana Pikler nei dibattiti sul calcio delle donne cui partecipa, l’ha sentita dire spesso una frase, a proposito del contesto italiano: “…c’è ancora molto da fare…”
Marco Tamanti Pallone al Femminile