La pallavolista rende nota la vicenda con un post su Facebook: il suo club pretende un risarcimento ‘per non aver onorato il contratto’, a causa della sua gravidanza.
L’8 marzo, in occasione della ‘Giornata internazionale dei diritti delle donne‘, Laura Lugli, in un post pubblicato su Facebook, descrive la questione legale che la vede contrapposta al club in cui militava nella stagione 2018/2019.
Nel mese di marzo del 2019 avrebbe comunicato al club la sua impossibilità di proseguire la stagione perché incinta, risolvendo dunque il contratto.
A distanza di due anni ha ricevuto una citazione per danni “per non aver onorato il contratto”. “Rimango incinta e il 10 marzo comunico alla società il mio stato, si risolve il contratto“, racconta la giocatrice su Facebook, rendendo noto che, purtroppo, il mese successivo avrebbe perso il bambino.
In seguito, la stessa avrebbe chiesto al club di saldare lo stipendio di febbraio “per il quale avevo lavorato e prestato la mia attività senza riserve”, specifica nel post. In risposta al successivo decreto ingiuntivo, le arriva dunque una citazione per danni.
“Le accuse – spiega – sono che al momento della stipula del contratto avevo ormai 38 anni e data l’ormai veneranda età dovevo in primis informare la società di un eventuale mio desiderio di gravidanza, che la mia richiesta contrattuale era esorbitante in termini di mercato e che dalla mia dipartita il campionato è andato in scatafascio”.
Tra le contestazioni che le vengono mosse ci sarebbe anche quella di un ingaggio troppo elevato e, nel contempo, il calo delle prestazioni della squadra che avrebbe causato l’allontanamento degli sponsor.
Questione che Lara Lugli considera abbastanza discutibile: “Viene contestato l’ammontare del mio ingaggio troppo elevato, ma poi dicono che dopo il mio stop la posizione in classifica è precipitata e gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni.
Dunque il mio valore contrattuale era forse giusto?”. Segue uno sfogo molto duro: “Chi dice che una donna a 38 anni, o dopo una certa età stabilita da non so chi, non debba avere il desiderio o il progetto di avere un figlio?
Non è che per non adempiere ai vincoli contrattuali stiano calpestando i Diritti delle donne, l’etica e la moralità?”.
A suo modo di vedere, c’è il rischio che questo possa diventare un precedente molto grave. “Se una donna rimane incinta non può conferire un danno a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo”.