E’ finita con il lasciapassare delle autorità qatarine, la battaglia avviata da due giocatrici tedesche sulla tenuta di gara. Le due sportive stavano per boicottare il torneo in programma dall’8 al 12 marzo
Si è concluso il braccio di ferro tra le tedesche Karla Borger e Julia Sude e le autorità sportive del Qatar sulla tenuta di gara da tenere durante il torneo di beach volley. La Qva, ente dell’emirato responsabile della pallavolo aveva richiesto alle atlete di indossare una maglietta completa e pantaloncini lunghi al ginocchio “per rispetto della cultura e delle tradizioni locali”.
A marzo a Doha ci saranno almeno 30 gradi: il bikini è una necessità, hanno sottolineato Karla Borger, vice campionessa mondiale e Julia Sude. “Quello è l’unico paese dove il governo locale ci dice come dovremmo svolgere il nostro lavoro, e a noi non va assolutamente bene. E mi chiedo anche se davvero ci fosse bisogno di assegnare una tappa del circuito a una nazione che ha quel tipo di regole».
Il “bikinigate“, com’è stato definito dai giornalisti sportivi, avviato nei giorni scorsi dalle giocatrici si è concluso con la retromarcia delle autorità sportive qatarine e internazionali, che hanno deciso di autorizzare “la tenuta standard” delle sportive. La decisione è arrivata dopo che le atlete avevano annunciato di voler boicottare il Beach Volleyball World Tour che l’emirato ospita dall’8 al 12 marzo.
Le atlete hanno accolto positivamente la decisione: “Sono contente che qualcosa sia cambiato”, ha detto l’allenatore Constantin Adam. Nonostante l’esito positivo, le due atlete hanno deciso di non partecipare perdendo il “gettone di presenza” che pare si si aggiri sui 300 mila dollari.