Cieli sereni per la boxe femminile. Così verrebbe da dire, da quanto è emerso dal bel dibattito condotto da Veronica Greggio per Ragazze nel Pallone.
In uno dei consueti spazi in cui si incontrano gli sport femminili e le loro protagoniste, infatti, si è parlato di boxe femminile, “new entry” a Ragazze Nel Pallone, evento che a luglio vedrà lo svolgimento, all’Impianto Polifunzionale “Filippo Raciti” di Padova, di un torneo interregionale.
Quattro figure importanti per la boxe femminile
L’intervista condotta da Veronica Greggio con la partecipazione di Elisabetta Torresin, vede la presenza di quattro figure di rilievo del mondo della boxe, chiamate a fare il punto della situazione del movimento.
Ciò che colpisce subito di questa intervista è il quadro che emerge riguardo alla presenza femminile nella federazione ed ai ruoli direttivi ricoperti dalle donne. Massimo Bugada, presidente della Federazione Pugilistica Italiana Lombardia e primo intervistato della serata, ne parla in modo chiaro.
Una bella sorpresa
La situazione descritta, in parte sorprende e una volta tanto la sorpresa è positiva, per chi è abituato a vedere le donne in posizioni di rincalzo. Le donne nella FPI hanno un ruolo di tutto rispetto, sia per quanto concerne il numero di praticanti (le donne sono infatti il quaranta percento del totale) sia per quello che attiene alla rappresentanza femminile nei contesti che contano, dove da tempo si sono implementate e definite con precisione le “quote rosa”, al fine di garantire la partecipazione delle donne ai processi decisionali.
Per quanto riguarda la situazione del movimento della boxe, Bugada parla senza mezzi termini di “crescita esponenziale”, in particolare del versante femminile, che ha un suo spazio ben definito, in termini di tornei dedicati, ed una sua fisionomia. Continua sottolineando come le donne siano addirittura “… superiori alla parte maschile dal punto di vista tecnico e di apprendimento soprattutto, ma anche nel gesto, tante volte…” e “…più inclini a dedicarsi allo sforzo…”, per usare le sue stesse parole, “…e a dedicarsi ad uno sport che è fatto di sacrificio…”.
Non serve dire di più, se non augurarsi, come fa lo stesso Massimo Bugada, che le donne frequentino sempre di più le palestre di una scuola, quella italiana di boxe femminile, che è una delle migliori al mondo. “…il futuro lo vedo più che positivamente…”, conclude, e stando a quanto abbiamo sentito, non si può che condividere.
Il risultato sbalorditivo della boxe femminile
Gli fa eco Massimiliano Sarti, coach pugilistico e titolare della palestra “Padova Ring”: “…le donne sotto molti aspetti ti danno ancora più soddisfazione, perchè mettono un impegno ed hanno una determinazione maggiore rispetto agli uomini…”.
Parla tra l’altro di “risultato sbalorditivo” da parte delle donne, quando Veronica Greggio gli domanda quante atlete abbia nella sua palestra.
La passione tramandata a Massimiliano da suo padre, ha trovato in lui il desiderio di continuare sulla strada del pugilato femminile, inizialmente introducendo la “boxe music” per avvicinare a questo sport un pubblico femminile che anni fa ne era per buona parte escluso, ed arrivando, proprio in questo periodo, ad avere il cinquanta percento di donne sul totale degli agonisti nella fascia giovanile, vale a dire quella tra i tre ed i diciotto anni.
Più in generale, considerando anche il lato non agonistico dei praticanti, l’incidenza delle donne è del quaranta percento. Ascoltando questa intervista, si comprende la serietà e la profondità del messaggio che traspare dalle parole di queste figure di riferimento del movimento pugilistico.
Si sta infatti parlando in modo positivo delle donne, ma non le si sta affatto gratificando di complimenti “di facciata”: chi parla snocciola numeri e percentuali, ed attinge all’esperienza di chi le donne le allena e le vede combattere, traendone grandi soddisfazioni.
La boxe femminile esce dai palazzetti
Monica Malipiero Turiaco, che la boxe l’ha praticata ed ora è responsabile FPI per quanto riguarda il Veneto, non nasconde la sua soddisfazione per le occasioni di crescita e di confronto a livello di tornei; riscontra una grande collaborazione in tal senso. Del resto alla domanda di Veronica Greggio su come sia possibile promuovere la boxe, sopratutto femminile, la risposta di Monica è perfettamente in linea con quanto precedentemente detto.
Occorre “farsi vedere, farsi vedere nelle piazze, mettersi in vetrina”, “uscire dai palazzetti” : soltanto lì, infatti, la gente può superare il luogo comune che vede la boxe associata al concetto di violenza, soltanto lì può capire davvero il valore di rispetto delle regole che la caratterizza. Del resto, lo stesso rapporto fra coach e fighter è fatto di fiducia e rispetto reciproco. Per avvicinare le persone alla boxe servono quindi strumenti che non siano solo i tornei o i social network.
Bello pensare alle ragazze della boxe che combattono all’aperto, dove tutti possano vederle ed apprezzare la bellezza di questo sport: è un’immagine, quella evocata da Monica Malipiero Turiaco, che dopo due anni di pandemia non solo scalda il cuore, ma pare quasi onirica.
Donne “sesso debole” ? Una “fake news”…
Il coach Giancarlo Cappellano è pienamente d’accordo e va a mettere l’accento sul vecchio adagio secondo cui le donne sono “il sesso debole”, definendolo giustamente una “fake news”.
E va anche oltre, parlando della forza mentale delle donne: “…le donne sono molto più forti dal punto di vista mentale…sono abituate a combattere non da ieri, ma da secoli, in qualsiasi settore…tutte le donne hanno una grande resistenza, una forte resilienza…”.
Il tecnico federale sottolinea la volontà delle donne di dimostrare di poter competere in qualsiasi ambito al pari degli uomini.
Viene da pensare che le donne abbiano da tempo immemorabile questo desiderio, visto che come sostiene giustamente Cappellano, “lottano da sempre”: il pensiero comune, che spesso con fatica rimuove i propri pregiudizi, forse ora lo renderà possibile.
La boxe femminile, c’è da esserne certi, farà la sua parte.
Marco Tamanti Pallone al Femminile