Schio lascia a bocca asciutta il Venezia, che nel primo match in casa propria aveva imposto la sua legge. Vendicato anche un pesante 72-52 di gara due. La saga continua
Se non avete visto gara tre fra Schio e Venezia vi siete pers* un match stel-la-re. Una partita con cinque partite dentro, due squadre con dieci formazioni dentro. Ogni quarto è stato un romanzo-mondo, uno scontro fino all’ultimo minuto che ha vinto Schio per un punto: 90-89.
Quindi tutto da rifare per Venezia che poteva chiudere oggi la serie e rivincere il campionato dopo 75 anni.
Ma Schio ha detto: not in my house.
L’approccio alla gara decisiva è cambiato dal primo istante. Il meccanismo di attacco di Schio è organico, armonioso, e dopo i primi tredici punti in dieci minuti di una Gruda stellare (alla fine saranno 25 punti), una dopo l’altra si aggiungono tutte le altre scledensi: Cinili (11 punti) con tre triple importantissime, Mestdagh (19 punti) che ritrova lucidità in attacco, una strepitosa Keys sotto le plance che prende un rimbalzo dopo l’altro e in attacco è concreta ed ispiratissima.
Venezia subisce il concerto del collettivo scledense ma punto dopo punto rientra in partita, risale da uno svantaggio di venti punti come la tortura cinese: silenziosa ma costante fino alla fine.
Una Attura strepitosa nell’ultimo quarto tiene le veneziane sempre lî. Recupera palloni, mette triple impossibili, alla fine saranno 21 punti – uno più bello dell’altro.
Una partita di cui consiglio il rewatch come le serie di Netflix.
Ci si vede fra due giorni, a casa di Schio.
La Reyer dovrà proprio dimostrare di volere lo scudetto con tutte le forze perché alle campionesse scledensi non piace perdere mai, figuriamoci in casa.
di Zarina Newsletter
Foto Umana Reyer